mercoledì 8 febbraio 2012

Hosea di W. Brainard




Quando pensiamo ad Osea ci viene in mente la sua storia con Gomer, ma il racconto della relazione fra il profeta e sua moglie simboleggia anche il rapporto personale fra l’uomo e Yahweh.

Osea non aveva in sè soltanto il timore di Dio, egli amava Dio.

Un giorno, mentre era in preghiera, gli domandò:  Signore, come stai?
E il Signore disse: Veramente non sto bene, non hai osservato anche tu Israele?
Io le tendo le mani e lei  mi sputa in faccia! Io non vedo l’ora di abbracciarla e lei mi disprezza.

Oh, so quello che provi….. rispose Osea.

Ma il Signore disse:  No, tu non sai quello che provo.

Che cosa vuoi dire? replicò Osea sorpreso; Conosco Israele, la sua slealtà!  Io so quello che provi!

Ma il Signore disse:  No, tu non sai quello che provo.

Osea chinò il capo e per un poco andava tirando calci alla sabbia che calpestava e quando tornò alla presenza di Dio pregò:  Io voglio sapere!

Il Signore disse: Davvero vuoi sapere? e ispirò ad Osea l’idea di prendere Gomer come sua sposa.

L’amerò con tutte le fibre dell’anima mia; si ripromise Osea, pervaso da una ingenua esaltazione,
La farò mia, conquisterò il suo cuore.

E per un certo tempo davvero le riempì il cuore.

Ma poi un giorno Gomer lo abbandonò e Osea ne ebbe un tale dolore così intenso quale solo Dio in persona  poteva fino al quel momento avere provato.

Allora il Signore apparve ad Osea e disse:  Osea, come stai?

E Osea rispose:  Veramene non sto bene.

E il Signore disse: Io, so, quello che provi.

 E Dio e l’uomo piansero insieme uno con l’altro e Osea conobbe il Signore sulla terra come nessun altro uomo del suo tempo, in premio, per averne condiviso la sofferenza.

E se vorremo anche noi caricarci sulle spalle ciò che pesa sul cuore di Dio, e sapremo sopportarlo, allora davvero il nostro Signore si farà conoscere.  Perché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti.



(testo tratto da “Hosea” di Wesley Brainard) 

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