sabato 25 agosto 2012

I'm Encouraged !


lunedì 23 luglio 2012

coi terremoti Dio che c'entra?




COI TERREMOTI DIO CHE C’ENTRA? di Guglielmo Standridge 

Coi terremoti Dio che c’entra?
Quando la terra trema paurosamente, quando la gente corre per le strade, gridando di terrore e invocando l’aiuto divino, Dio dov’è?
Quando la gente muore sotto le macerie, quando i vivi non riescono ad estrarre i loro cari dalle case crollate, quando migliaia di persone pregano e imprecano, Dio non se ne interessa?
Non sono domande empie né futili. Sono le domande di sempre. In ogni tragedia della natura, è inevitabile che soffra anche la gente innocente. Chi muore sembra morire per caso, mentre altri scampano per un pelo. In un momento, una famiglia può perdere casa e masserizie che sono costate una vita di sacrifici e di lavoro.
Ma, Dio esiste? Non potrebbe fermare questi terribili disastri? Non è un Dio di amore, come abbiamo sempre pensato?
D’altra parte, se il terremoto è un fenomeno della natura e succede solo per cause naturali, come potrebbe Dio intervenire? Anzi, se il mondo è controllato soltanto da leggi naturali, che si possono spiegare scientificamente, che bisogno c’è di Dio?
Molte persone la pensano così e credono che il caos insensato e inspiegabile di un terremoto sia una prova in più che è assurdo credere in Dio.

Anche il credente deve ammettere che questi dubbi e interrogativi sono logici. Se Dio non è presente quando c’è un terremoto, allora non è presente affatto. Se Dio non c’entra coi terremoti, allora non c’entra neanche con l’esistenza della terra o con la realtà umana.
Questi dubbi possono provocare tre domande che meritano una risposta.

1. Quello che provoca un terremoto è solo un processo naturale, o c’entra anche Dio?
2. Vi è un significato morale nella distruzione fisica e umana provocata dai terremoti, qualcosa che l’uomo deve imparare?
3. Cosa dice la Bibbia sui terremoti, e particolarmente sulla distruzione che provocheranno i terremoti futuri?
Se tu leggerai con cura questo libretto, troverai una risposta a queste tre domande.

Che dice la scienza?
Gli ultimi due secoli di progresso scientifico hanno convinto molte persone che Dio non esiste o, almeno, che credere in un dio creatore non è necessario.
Lo studio dell’atomo, come anche l’esplorazione dell’universo, le conquiste nel campo della medicina come nelle comunicazioni, hanno dimostrato che il nostro mondo funziona secondo delle leggi fisiche di causa ed effetto. Perciò, l’intervento di Dio sembra inutile e il miracolo impossibile.
Anche lo studio dei terremoti sta scoprendo molto sulla composizione della terra e sulle tremende forze che agiscono all’interno del nostro pianeta. Purtroppo, non si è capito ancora come prevedere accuratamente i terremoti e tanto meno come evitare le loro conseguenze disastrose.

Il fatto che l’Italia ha subito tanti terremoti ha spinto alcuni italiani a studiare fra i primi il fenomeno. Vivenzio e l’Accademia napoletana studiarono seriamente i terremoti calabresi del 1783 e
un altro italiano, Luigi Palmieri, costruì il primo sismografo elettromagnetico e lo mise in opera sul Vesuvio nel 1855, giusto in tempo per misurare il terremoto di Napoli nel 1857.
Giuseppe Mercalli, l’inventore del sistema per misurare l’intensità dei movimenti sismici, determinò, in un suo studio sulla frequenza dei terremoti, che, fra il 1602 e il 1881, l’Italia aveva subìto 209 terremoti importanti.
Nel terremoto del 1908, a Messina, morirono circa 100.000 persone, cioè il 50% della popolazione.
A Casamicciola, nel 1883, morì il 41 % degli abitanti, il 71 % morì a Montepurra, nel terremoto napoletano del 1857, e oltre il 90 % a Avezzano nel 1914.
E chi non ricorda le vittime dei terremoti più recenti del Belice, del Friuli, dell’Irpinia, dell’Umbria e delle Marche?
Oggi, in Abruzzo, si piangono ancora le centinaia di morti e non si conosce l’entità dei danni.

Ma, è la natura o è Dio che fa tremare la terra?
È stato notato che i terremoti sono più numerosi in alcune zone del mondo, Giappone e Cina, per esempio, in oriente, e Italia, Grecia, i Balcani e nord Africa, in occidente. Dal confronto di queste zone, si è arrivati alla teoria che esistano nella crosta della terra delle fratture, o faglie, lunghe anche centinaia
di chilometri. Secondo questa teoria, i terremoti avverrebbero quando, a motivo delle pressioni esercitate sulla superficie o in profondità, si produrrebbe un certo slittamento fra i due lati di queste fratture.

Una teoria più recente afferma, invece, che esisterebbe circa una dozzina di zolle tettoniche che formano la crosta terrestre, e che queste sarebbero in costante, impercettibile movimento.
Sarebbero un po’ come delle grandi lastre di ghiaccio che galleggiano e si scontrano in un mare appena scongelato.
L’Italia sarebbe in una posizione particolarmente infelice, in un punto di incontro, o di scontro, fra una zolla formata dall’eurasia, che preme da est, una seconda zolla europea, che preme da ovest, ed una terza zolla africana che preme dal sud.
Queste zolle, profonde circa cento chilometri, si muoverebbero di alcuni centimetri all’anno, premendo l’una sull’altra con una forza incredibile. Dal loro incontro deriverebbero non solo i terremoti, ma anche il sorgere di nuovi vulcani, l’azione di quelli esistenti e la formazione delle catene montagnose.

Dato che si può definire l’origine dei terremoti e spiegare tutto scientificamente, si potrebbe concludere che Dio non c’entra. Certamente si può concludere che il terremoto non è un segno del l’ira di Dio contro un qualsiasi villaggio o nazione, come alcuni religiosi hanno avuto la sfrontatezza di dire.
Dio non ha “voluto punire” con la morte nessuna delle vittime.
I danni subiti non sono “colpa” di Dio. Il terremoto è soltanto il risultato di leggi della fisica, o della natura, che hanno provocato quelle scosse in quelle zone in quel momento.
Forse, in alcuni casi, i morti e i danni potrebbero dipendere, in parte, addirittura dagli uomini, che non hanno badato, nelle costruzioni, al pericolo di terremoti o non hanno applicato le leggi antisismiche governative.
Il fatto che un terremoto si è abbattuto sull’Italia e non sulla Svezia, si spiega non come giudizio di Dio, ma unicamente come un risultato delle formazioni geologiche in movimento.
A questo punto, si potrebbe esonerare Dio da ogni responsabilità e dire: “Dio non c’entra”.
Qui, però, almeno per alcuni che pensano profondamente, potrebbe sorgere un altro problema.
Se Dio è il creatore del mondo, e se è buono e onnisciente, perché ha creato un mondo soggetto a disastri “naturali” come i terremoti?
Quando si vuole comprendere Dio o i suoi atti, vi è una sola fonte di informazioni a cui rivolgersi: la sua rivelazione nelle Sacre Scritture. È inutile porgere una domanda simile a un ateo o un incredulo. Per loro le forze della natura sono cieche, la distruzione è senza una causa al di là delle spiegazioni scientifiche. Per loro, in fondo, la vita è solo un gioco della fortuna, che comincia e finisce per caso.

La Bibbia insegna, al contrario, che dietro a tutto c’è veramente un Dio e che questo Dio è perfettamente buono. Anche la terra è stata creata perfetta. Se tutto fosse andato avanti come era stato creato e progettato, l’uomo non avrebbe mai conosciuto né spine né catastrofi, né pianto né morte!
Infatti, la disubbidienza, o, piuttosto, la ribellione, a Dio e al suo piano perfetto, ha introdotto nel mondo il disordine, lo squilibrio e le terribili conseguenze morali che tutti osserviamo. I filosofi e i teologi possono fare dei complicati dibattiti sull’origine del male, ma altri disastri che chiamiamo “naturali”, ed anche il cancro ed ogni altra malattia, e perfino la stessa morte fisica, esistono non perché Dio voglia colpire questa o quell’altra persona, ma perché siamo tutti ugualmente coinvolti in un mondo condannato a soffrire a motivo del peccato.
Dio ha stabilito delle leggi della natura ed ha decretato che la ribellione dell’uomo avrebbe portato risultati gravi e tristi, sia a livello personale che planetario. In questo senso, possiamo dire che anche i terremoti avvengono secondo un piano di Dio, senza dire, però, che Egli li scatena come punizioni contro delle persone o delle nazioni particolari.
Anzi, è molto importante sapere che Dio promette a qualsiasi persona, che lo desideri, la possibilità di essere liberata.
Qui ed ora, per mezzo della fede in Cristo Gesù, può scampare dalla pena ultima e più terribile del peccato, cioè la separazione eterna da Dio. Ma di questo si parlerà più avanti.
Dio ha promesso anche che, a causa dell’opera di salvezza compiuta da Cristo, il mondo stesso sarà liberato, nel futuro, dai mali naturali e che esisteranno nuovi cieli e una nuova terra, in cui regnerà la giustizia.

Perché muoiono sia i giusti che i cattivi?
La seconda domanda che ci siamo posti al principio del libretto è questa: vi è un significato morale nella distruzione causata da un terremoto? Dio vuole che impariamo qualcosa o è tutto senza senso?
Alcuni sciocchi hanno pensato che il terremoto fosse il giudizio sulla gente particolarmente cattiva. O che l’Italia ha meritato un giudizio perché si è allontanata da Dio. Ma la verità è molto più bella di questa.
Sì, è vero, vi sono delle cose da imparare, o su cui riflettere, dopo un terremoto. Sono cose importanti, che riguardano tutti.

Nei vangeli, Gesù parlò una volta di due avvenimenti tragici accaduti a Gerusalemme e ne trasse un insegnamento profondo.
Nel primo caso, alcuni uomini erano venuti a Gerusalemme per adorare Dio, ma erano stati assassinati per ordine del governatore Pilato. Malgrado il fatto che questi uomini avessero fatto un viaggio apposta per adorare Dio, molta gente attribuiva la loro morte ad un giudizio di Dio. Si pensava, insomma, che la morte violenta dovesse colpire soltanto i malvagi.
Il secondo caso era simile. Una vecchia torre della città era caduta (senza un terremoto!), uccidendo sotto le macerie 18 uomini. Anche in questo caso i Giudei avevano immaginato che quegli uomini fossero particolarmente malvagi e avessero meritato il giudizio di Dio.
Ma le parole di Gesù capovolsero i loro giudizi affrettati e superficiali.
“Pensate” domandò Gesù, “che quegli uomini fossero più peccatori degli altri, perché soffrirono simili cose?”. E, poi, aggiunse: “No, vi dico; ma se non vi ravvedete, perirete tutti come loro” (il racconto si trova nel Vangelo di Luca, cap. 13, versetti 1-5).

Perciò, possiamo capire con sicurezza che i terremoti, e altri simili disastri, non sono un giudizio di Dio su certe persone particolarmente cattive. Essi dovrebbero servire, invece, di ammonimento a tutti, anche a chi vive lontano dalle zone terremotate.
Qual è l’avvertimento? Eccolo: la vita è breve ed incerta per tutti. Come dice un antico proverbio: “Le bare si fabbricano di tutte le misure!”
Nel mondo, muoiono ogni giorno, e oggi stesso, migliaia di persone che non se lo aspettano. Bambini, giovani, vecchi, sani e malati, uccisi in mille diverse circostanze, ma tutte inaspettate.
A queste migliaia di morti, noi non ci pensiamo. Non ci colpiscono affatto, perché ci siamo abituati. Ma, quando avviene un terremoto, tutt’ad un tratto possiamo renderci conto che la morte potrebbe venire anche per noi, e senza preavviso.
Nessuno ha la garanzia matematica che sarà vivo fra una settimana o neanche fra 24 ore.
Col suo commento sulle tragedie, di cui abbiamo parlato sopra, Gesù voleva far capire proprio questo. “Credete che questi fossero più peccatori degli altri?”. E, poi, rispose subito: “No”.
Così costrinse ognuno a pensare al proprio caso, al proprio stato morale davanti a Dio. Era come se dicesse: “Credi che questi fossero più peccatori di te?”.
La Bibbia dice che tutti gli esseri umani hanno peccato, che tutti sono peccatori. Dunque, lo siamo sia tu che io.
Ora, è chiaro che il fatto che, se tu ed io abbiamo scampato la morte nel terremoto, e anche tante altre volte, ciò non dipende dal fatto che siamo buoni o che ce lo siamo meritato. È soltanto per la grazia di Dio che siamo vivi, perché Egli ha ancora qualcosa da dirci.
Vuole che il terremoto ci faccia pensare.
Cosa aveva detto Gesù alla gente che discuteva sulla morte improvvisa di quegli uomini di Gerusalemme? “Se non vi ravvedete, perirete tutti come loro.” Gesù non parlava soltanto della morte fisica, che aspetta tutti, perché non tutti moriremo “come loro”, assassinati da Pilato o sepolti sotto le macerie.
Gesù parlava, invece, della certezza che, dopo la morte fisica, ci aspetta il giudizio di Dio.
“Perire” non significava per Gesù soltanto la morte, ma anche l’allontanamento eterno da Dio.
La Bibbia chiama questo giudizio definitivo “la morte seconda”.
Perciò, si può dire con assoluta certezza che il terremoto non è un giudizio sui morti, ma un avvertimento per i vivi. Tu questo avvertimento lo hai capito?
Nel vangelo scritto dall’apostolo Giovanni, vi è un riferimento chiaro alla scelta fra il “perire” eternamente o il ricevere, invece, il dono della vita eterna. “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Vangelo di Giovanni, capitolo 3, versetto 16).
La vita eterna è il dono di cui ogni uomo ha bisogno, e che Dio dà a chiunque comprende l’avvertimento che ha ricevuto, si ravvede del suo peccato, credendo al Salvatore che Dio ha mandato e così accetta il dono della vita.
L’apostolo Paolo scrisse: “Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Epistola ai Romani, cap. 6, versetto 23).
Non importa se tu abiti in una zona terremotata o no, Dio ti ha mandato un avvertimento attraverso la distruzione e la morte istantanea che altri hanno sofferto. È un avvertimento molto serio che sarebbe sciocco e colpevole trascurare.
Ma tu puoi riconoscere il significato dell’avvertimento proprio in questo momento, e accettare il dono della vita eterna che Dio ha preparato per te. Come? Semplicemente, parlando con Dio con una preghiera sincera e semplice che sorge dal tuo cuore. Ringrazialo dell’avvertimento che hai ricevuto. Ringrazialo della grazia che ti ha fatto salvandoti finora la vita. Ringrazialo della sua offerta di vita eterna in dono, pagato per te dalla morte di Gesù sulla croce.


 tratto dal blog Voce che grida

lunedì 11 giugno 2012

Comunione, Ecumenismo, Dialogo e Cobelligeranza







Tra gli esseri umani, esistono vari gradi di relazione, sia come individui, moglie/marito, genitori/figli, parenti, colleghi di lavoro, ecc, ma anche tra gruppi sociali, come possono essere le associazioni, i club sportivi, i partiti politici, le comunità di fede, ecc.
Sia tra gli individui, che tra i gruppi sociali, i rapporti variano di grado e d'intensità. In questo non fanno eccezione le comunità di fede. E qui siamo particolarmente interessati a definire quest'ultimo genere di relazioni, che potremmo suddividere in: comunione fraterna, ecumenismo intra-evangelico, dialogo inter-religioso, e cobelligeranza.
I) Nel primo caso per comunione fraterna s'intende quel legame spirituale che mette in relazione persone, che nell'umano non avrebbero motivo di conoscersi, ma che condividono la stessa fede, e che appartengono, o alla stessa chiesa locale, o la stessa denominazione. Si tratta di una forma di relazione molto profonda. (Giovanni 17:21“Affinché siano tutti uno”)
II) Vi è poi un secondo livello di relazione che è l'ecumenismo (dal greco oikos, casa, famiglia, abitazione) intra-evangelico, che ci porta a riconoscere i credenti di altre tradizioni cristiane a noi vicine, come nostri fratelli, pur in presenza di alcune differenze, più legate alla tradizione, alla liturgia, in qualche misura anche all'ecclesiologia o alla teologia, a volte perfino meno evidenti di quelle esistenti con chiese della stessa denominazione, ma che comunque non intaccano i principi fondamentali della fede (Luca 9:49-50: “Allora Giovanni disse: «Maestro, noi abbiamo visto un tale che scacciava i demoni nel tuo nome, e glielo abbiamo vietato perché non ti segue con noi». Ma Gesù gli disse: «Non glielo vietate, perché chi non è contro di voi è per voi».” -
Giovanni 10:16“Io ho anche delle altre pecore che non sono di quest'ovile; anche quelle io devo raccogliere, ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge e un solo pastore” - Ebrei 6:1-2: “Perciò, lasciando l'insegnamento elementare su Cristo, tendiamo alla perfezione, senza porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio, della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno”). Anche in questo caso possiamo benissimo parlare di comunione fraterna, trattandosi, a tutti gli effetti, di fratelli in fede.
III) Esiste poi un terzo livello, il dialogo interreligioso. Come è noto, il tema della religione ha fatto spesso da innesco ai conflitti (non di rado si è parlato dii guerre di religione) dando luogo alle polveri di tensioni sociale già esistenti, di natura etnica o culturale. E tutti ricorderanno, che nel corso della storia anche i 'cristiani' si sono resi protagonisti di azioni violente e repressive nei confronti delle altre religioni, e non di rado di altre denominazioni cristiane, calpestando di fatto i valori autentici del cristianesimo improntati all'amore, al perdono, alla tolleranza e all'accoglienza.
Si tratta quindi di rimediare a questo danno, e far conoscere il vero volto del cristianesimo. A questo scopo il dialogo interreligioso si è rivelato essere uno strumento formidabile. Si tratta in sostanza di stabilire con le altre comunità di fede del territorio, rapporti di rispetto, di amicizia e muta collaborazione sul comune terreno dei diritti civili ad esempio, spesso negati alle minoranze religiose, molte volte oggetto di discriminazione da parte delle istituzioni, o delle confessioni di maggioranza. Un tipo di relazione sul piano umano, che nulla ha a che vedere con la sfera religiosa, che non prevede momenti comuni di preghiera, ma che riguarda esclusivamente la sfera umana.
Assai illuminante è a tale proposito il discorso che fa l'Apostolo Paolo, in 1 Corinzi 5:9-13, dove cerca di spegare ai Corinzi che esistono vari gradi di relazione, per cui una cosa è la comunione fraterna, altro è la relazione di natura familiare, professionale, ecc. Paolo infatti scrive: “Vi ho scritto nella mia epistola di non immischiarvi con i fornicatori, ma non intendevo affatto con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari, o con i ladri, o con gli idolatri, perché altrimenti dovreste uscire dal mondo. Ma ora vi ho scritto di non mescolarvi con chi, facendosi chiamare fratello, sia un fornicatore, o un avaro o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un ladro; con un tale non dovete neppure mangiare. Tocca forse a me giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Ora è Dio che giudica quelli di fuori. Perciò togliete il malvagio di mezzo a voi.”
Si tratta di un ottimo metodo di evangelizzazione, un modo efficace di annunciare Cristo con il proprio comportamento nella vita quotidiana, mostrando la differenza tra un cristiano e un non credente, nell'altruismo, nella generosità, nel modo di interessarsi ai bisogni dell'altro, indipendentemente da ciò che crede. (Matteo 5:16:Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” - 1Pietro 2:12: avendo una buona condotta fra i Gentili; affinché laddove sparlano di voi come di malfattori, essi, per le vostre buone opere che avranno osservate, glorifichino Iddio nel giorno ch'Egli li visiterà”.)
Come ben illustrato dalla Parabola del 'Buon Samaritano' (Luca 10:30), il quale non ha chiesto al viandante ferito di che religione fosse, ma lo ha aiutato e basta, senza chiedere nulla in cambio. E Gesù usa questo come esempio per spiegare che cosa vuol dire essere Cristiani.
IV) L'ultimo livello di relazione è quello che abbiamo definito cobelligeranza, e che in parte è sovrapponibile con il precedente, se non per il fatto che va oltre i rapporti intrerreligiosi, ma si estende anche ad altri gruppi sociali, associazioni, partiti, ecc.. In questo caso si tratta di stabilire di volta in volta, singole forme di collaborazione, su temi specifici, che ci vedono sulle stesse posizioni. Ci si potrebbe allora benissimo trovare sotto un'ambasciata di un determinato paese, insieme ad esponenti dell'opposizione politica di quel paese per chiedere il rispetto dei diritti umani, violati sia nei confronti dei dissidenti politici, che delle comunità religiose. Si potrebbe ad esempio scendere in piazza con una confessione religiosa molto distante teologicamente, con la quale si ha ben poco in comune, per sostenere il valore della famiglia tradizionale, minacciata da chi vorrebbe stravolgere finanche la costituzione per mettere sullo stesso piano le coppie omosessuali.


Tratto dal blog buonanotizia.org

domenica 10 giugno 2012

Abraham Laboriel



Salmo 150

Alleluia.
Lodate Iddio nel suo santuario,
lodatelo nella distesa ove risplende la sua potenza.
Lodatelo per le sue gesta,
lodatelo secondo la sua somma grandezza.
Lodatelo col suon della tromba,
lodatelo col saltèro e la cetra.
Lodatelo col timpano e le danze,
lodatelo con gli strumenti a corda e col flauto.
Lodatelo con cembali risonanti,
lodatelo con cembali squillanti.
Ogni cosa che respira lodi l'Eterno.
Alleluia.

giovedì 7 giugno 2012

40 giorni




La Bibbia ci spiega che Dio considera  40 giorni un periodo di tempo spiritualmente significativo.
Ogni volta che Dio voleva preparare qualcuno per i Suoi scopi, prendeva  40 giorni di tempo.

Con il diluvio, Dio decise un’ importante trasformazione che durò  40 giorni.
Quando il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi, Egli si pentì di avere fatto l’uomo e ne decise lo stermino dalla faccia della terra.
il diluvio venne sopra la terra per quaranta giorni, e le acque crebbero e sollevarono l’arca, che fu elevata in alto al di sopra della terra”. (Ge. 7:17)

Mosè rimase sul monte Sinai 40 giorni, per ricevere dal Signore delle tavole di pietra, la legge e i comandamenti che Egli aveva scritti perché fossero insegnati ai figliuoli di Israele e che avrebbero trasformato il Suo popolo. “Mosè entrò in mezzo alla nuvola e salì sul monte; Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti”. (Es. 24:18)

I dodici capi tribù mandati ad esplorare il paese di Canaan, la Terra Promessa; tornano dopo 40 giorni . Anche in questo caso è un periodo che serve come preparazione per gli uomini; Caleb e Giosuè torneranno convinti che sia possibile conquistare il paese, i restanti saranno presi dallo spavento di affrontare i giganti e non vedranno mai più il “paese dove scorrono il latte e il miele”. Questo costerà al popolo di Israele  40 anni nel deserto , un anno per ogni giorno,come espiazione per essere caduti in disgrazia presso Dio.
“ Dopo quaranta giorni tornarono dall’esplorazione del paese e andarono a trovare Mosè e Aaronne e tutta la comunità dei figli d’ Israele nel deserto di Paran….”  ( Nu. 13:25)

Un Filisteo di nome Goliat alto quasi tre metri e mezzo con un corazza dal peso di cinquantasette chili e con una lancia di cui solo la punta era di quasi sette chili, si presentò mattina e sera  per 40 giorni di fronte all’esercito di Saul chiedendo una sfida con un uomo che fosse in grado di combattere  con lui.
Nessun guerriero dell’esercito Israelita rispose perché spaventati dalla forza del gigante, ma lo affrontò un giovane pastore il cui nome era Davide. “Intanto il Filisteo si faceva avanti mattina e sera; si presentò cos’ per quaranta giorni”. (1Sa. 17:16)

Il profeta Elia con la forza datagli dal cibo dell’angelo del Signore camminò per 40 giorni fino ad una spelonca del  monte Oreb per ricevere ordini da Dio. “Egli si alzò, mangiò e bevve; e per la forza che quel cibo gli aveva dato, camminò quaranta giorni e quaranta notti fino a Oreb, il monte di Dio”. (1Re 19:8)

40 giorni furono proclamati da Giona, il profeta incaricato a portare il messaggio divino ai nemici d’ Israele, entro i quali la città di Ninive sarebbe stata distrutta. Poi Dio si ricredette.  “Giona cominciò a inoltrarsi nella città per una giornata di cammino e proclamava: Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta!”  (Gn. 3:4)

Gesù allontana il diavolo che lo tenta, dopo 40 giorni di digiuno nel deserto. “ Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. E, dopo avere digiunato quaranta giorni e quaranta notti alla fine ebbe fame. E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani. Ma egli rispose: Sta scritto: Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”. (Mt. 4:2)

Dopo la sua resurrezione Gesù ascende al Padre, ma prima, per 40 giorni, contatta e prepara i suoi apostoli.
“Ai quali anche , dopo che ebbe sofferto, si presentò vivente con molte prove, facendosi vedere da loro per quaranta giorni, parlando delle cose relative al regno di Dio”. (At. 1:3)

Questo post mi è stato ispirato durante la lettura del libro di Rick Warren “ La vita con uno scopo”, che ringrazio, per avere contribuito, con questa importante pubblicazione, al mio avvicinamento agli insegnamenti di Cristo. 

lunedì 14 maggio 2012

Destinazione D Marcia per Gesù


Milano sabato 12 Maggio 2012
Una marcia tra le vie del centro di Milano, da piazza San Babila all'Arco della Pace,
un corteo festoso di migliaia di cristiani di varie denominazioni, uniti nel testimoniare
alla città l'amore di Dio verso tutti gli uomini.
Una meravigliosa giornata di sole, di gioia e di lode, benedetta da nostro Signore.

lunedì 9 aprile 2012

domenica 8 aprile 2012

numeri utili




Noi conosciamo tanti numeri di urgenza, dei vigili del fuoco, delle squadre di emergenza, della polizia…..
Ebbene, ci sono degli altri numeri spesso sconosciuti dal grande pubblico….
In più non c’è nemmeno bisogno del telefono  ed è gratuito!!!


Disposizioni                                                                                     Numeri

Hai commesso un peccato                                                               Salmo 51
Sei di fronte a un pericolo                                                                Salmo 91
Delle persone ti hanno ingannato                                                      Salmo 2
Hai l’impressione che Dio è molto lontano da te                               Salmo 13
La tua fede ha bisogno di essere stimolata                                        Ebrei 11
Sei profondamente toccato                                                             1 Corinzi 13
Hai bisogno di Cristo come sicurezza                                               Romani 8: 1-30
Devi viaggiare                                                                                 Salmo 121 
Vuoi pregare per te stesso                                                               Salmo 87
Hai bisogno di coraggio per un onta subita                                       Giosuè 1
Sei depresso                                                                                   Salmo 27
Il tuo conto bancario è vuoto                                                           Salmo 37
Non hai più fiducia in nessuno                                                         1 Corinzi 13 
Hai perso ogni speranza                                                                  Salmo 126
Per delle grandi opportunità e scoperte                                            Isaia 55
Per intendersi con le persone                                                           Romani 12
Per superare la paura                                                                      Salmo 3
Per la sicurezza                                                                               Salmo 121:3

L’amicizia è anche dividere tutto ciò che abbiamo.
So che  hai bisogno di uno di questi numeri là dove tu sei in questo momento.
Non esitare a chiamare, riceverai certamente un soccorso.
Non tenere tutti questi numeri solo per te, condividili con il tuo prossimo.       

je remerci mon frère Bernard pour cette envoi                                                                

mercoledì 28 marzo 2012


Usciamo dunque anche noi dall'accampamento e andiamo verso di lui, portando il suo obbrobrio,  perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura.



venerdì 2 marzo 2012

il gioco d'azzardo



"Il gioco d'azzardo corrompe le nostre inclinazioni, e ci insegna l'abitudine dell'ostilità contro i nostri simili." (Thomas Jefferson)

Con il termine "gioco d'azzardo" ci riferiamo a qualunque gioco o scommessa in cui ogni giocatore accetta di rischiare di perdere qualche bene materiale, pur di tentare la possibilità di vincere i beni degli altri partecipanti; non vi è compensazione per chi perde, e i vincitori e i perdenti sono determinati dall'esito del gioco.





Alcuni esempio di giochi d'azzardo sono:
puntate al casinò, slot machine, roulette, dadi, carte, numeri, ecc. giocati per soldi;
corse di cavalli, o cani, ecc.
lotterie, gratta e vinci, enalotto, e simili;
bingo, tombola, e simili, anche quando sono sponsorizzate da associazioni di beneficenza o addirittura da chiese; se chi le organizza afferma che sono "per una buona causa", allora si facciano donazioni invece di incoraggiare il gioco d'azzardo!
poker, anche se giocato tra "amatori", videopoker, giochi d'azzardo elettronici (si punta e, se si vince, si ottiene una consumazione o dei soldi).
È vero che in alcuni giochi si investono pochi soldi, ma se vogliamo essere coerenti, dobbiamo chiederci: in base a quale criterio possiamo tracciare una linea e dire, "fino a questa cifra non è azzardo, ma da qui in poi è una cosa immorale"?





Quali problemi causa il gioco d'azzardo?
Il gioco d'azzardo è come un cancro, che corrompe tutto ciò che tocca. Molti hanno distrutto le loro vite, iniziando per divertimento e finendo ossessionati da quel "gioco" che è ben presto diventato una vera e propria MALATTIA.
L'alcolismo è un male che cammina di pari passo con il gioco d'azzardo. Non per niente ai casinò si servono alcolici gratis. Anche la prostituzione e le droghe sono legate al mondo delle carte da gioco, delle ruote e dei dadi. Ad esempio, lo Stato del Nevada, dove il gioco d'azzardo è stato legalizzato, è la zona con il maggior tasso di suicidi degli interi Stati Uniti. Il tasso di criminalità è molto alto, al punto che un ufficiale di polizia ha dichiarato pubblicamente: "Reno e Las Vegas collezionano tutta la spazzatura umana degli altri Stati".

Povertà, divorzio, alcolismo, tossicodipendenza, prostituzione, furti, criminalità, suicidi, e omicidi, sono alcuni dei mali che il gioco d'azzardo promuove. I Governi che lo hanno legalizzato ne ricavano dei proventi mediante le tasse, ma ciò è di ben poca utilità se confrontato alle spese necessarie per combattere il crimine che dilaga e si aggrava a causa dei giochi d'azzardo.
A Reno, dove lavoriamo per rimettere insieme famiglie distrutte dal gioco e far loro conoscere Cristo, osserviamo che il principale fattore di rovina delle case è il gioco d'azzardo. È un gioco che rovina il carattere delle persone.



Perché la gente gioca?
Molte persone dicono che giocano solo per divertimento. Questo può essere vero. La gente beve, balla, fuma, bestemmia, vive vite nell'immoralità più sfrenata, per puro divertimento. La Bibbia dice che nel peccato c'è piacere "per un tempo". Ma è un tempo molto breve, e l'inferno che segue lo rende un ben misero affare.

Ma, davvero, mi chiedo a volte se la gente giochi solo per divertimento. Hanno sguardi tremendamente seri mentre scommettono i loro soldi ai tavoli da gioco! E quando perdono si adirano e bestemmiano come degli ossessi.

Mi chiedo se le persone giocherebbero alle slot machines se sapessero di non poter MAI vincere. Se lungo una parete vi fosse una fila di slot machine con sopra la scritta: "Queste macchine sono per quelli che giocano solo per passare il tempo, per rilassarsi e divertirsi. Non si vince niente!" - pensate che qualcuno ci giocherebbe mai?

Credo piuttosto che la gente giochi perche è AVIDA di denaro, e vuole cercare di ottenere molto per poco. Sono bramosi. Giocare d'azzardo in realtà significa volere qualcosa che non abbiamo il diritto di avere, e senza lavorare per averlo. Il giocatore vuole raccogliere senza seminare. La concupiscenza (il "desiderio di ottenere, appropriarsi di ciò che hanno gli altri") è alla base del gioco d'azzardo.





Dio condanna il gioco d'azzardo?
Il fatto che una persona accetti volontariamente la possibilità di perdere i propri soldi, di rovinare la propria vita, di trascinare alla povertà sè stesso e la propria famiglia, non lo giustifica.

La Parola di Dio ci insegna a vivere del nostro lavoro (2 Tess. 3:10-12), non a cercare profitto in altro modo. Piuttosto che accumulare per noi stessi, ci viene insegnato a dare con amore a coloro che sono nel bisogno (Efes. 4:28, 2 Cor. 9:6,7, Atti 20:35, 1 Giov. 3:17,18). Il gioco d'azzardo non è certo un atto motivato dall'amore per il prossimo o dalla compassione.
Sappiamo che Gesù Cristo ci ha comandato di amare il nostro prossimo come noi stessi (Matt. 22:39). Possiamo forse dire che un giocatore d'azzardo ama il suo prossimo come se stesso?
Il gioco d'azzardo è, per sua natura, egoista. Il Signore ci dice invece di pensare agli altri (1 Cor. 13:5; Fil. 2:4).

Riguardo all'amore per i soldi, l'avarizia e la concupiscenza, la Bibbia ci dice:

"Quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione." (1 Tim. 6:9)

"Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori." (1 Tim. 6:10)

"La vostra condotta non sia dominata dall'amore del denaro; siate contenti delle cose che avete." (Ebr. 13:5)

"Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti." (1 Tim. 6:7)

Gesù disse: "Badate e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza dei beni che uno possiede, ch'egli ha la sua vita.
E disse loro questa parabola: La campagna d'un certo uomo ricco fruttò copiosamente; ed egli ragionava così fra se medesimo: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Questo farò: demolirò i miei granai e ne fabbricherò dei più vasti, e vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi.
Ma Dio gli disse: stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà?" (Luca 12:15)

Gesù, inoltre, disse che ogni albero lo si può riconoscere dai frutti che porta. Quali sono i frutti del gioco d'azzardo?
Dipendenza da alcool e droghe, uso di menzogne per tentare di nascondere il vizio e le perdite al gioco, crimine, prostituzione (molte donne vi sono costrette per poter pagare i debiti di gioco o per continuare a giocare), suicidio (come mezzo di fuga dall'impulso irrefrenabile al gioco, o per sfuggire ai debiti accumulati o alle tristi situazioni personali che si vengono a creare).

È proprio vero: "li riconoscerete dai loro frutti", e "l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali"

dal sito "Il cammino Cristiano"



lunedì 27 febbraio 2012

Una conversazione in cielo su di noi





Un giorno Satana e Gesù stavano parlando
Satana era venuto a visitare Gesù nel Giardino dell'Eden,
e tutto felice si vantava dicendo:                                       (
Luc.4 :1-12; Giob1 :6-12)
"Sì, Signore, ora ho conquistato tutti, si praticamente quasi tutti laggiù.
Ho messo le trappole, ho usato l'esca della tentazione,
So bene a quello che ciascuno di essi non può resistere.
Li ho presi quasi tutti "                                                      (
1 Piet. 5 :8-9; Ef 6 :10-17)


                                    "Cosa farai con loro? " Chiese  Gesù.
                                     Mentre pregava, a Dio Padre.

Satana rispose: "Oh, mi limiterò a divertirmi con loro! "
Io li farò divorziare dopo che sono stati sposati
Perché non sanno stabilire la base dell'umanità:
"La famiglia"                                                                             (
Mt 19 :4-6; Mal 2: 16)

Li farò odiare tra loro e abusare l’uno dell’ altro
Io li farò cadere nell’ alcool e nelle droghe, senza controllo           (
Rom 13 :12-14)
Io insegnerò loro a costruire armi e bombe,
Così si uccideranno a vicenda.
"Andrò davvero a divertirmi! "

                                 "E quando sarai stanco di giocare con loro, cosa farai?"
                                  chiese  Gesù  continuando a pregare.

"Oh, io li ucciderò tutti e le loro anime saranno mie per sempre"
"Signore, con tutto il rispetto, è la loro decisione"                               (
1 Gv 3, :8-10)

                                   "Quanto vuoi per tutti? "Chiese Gesù.

"Oh, non si può volere questa gente. Sono buoni a nulla.
Perché li vuoi se non ti seguono e non ti amano?
Ci sono molti che ti odiano! Ho visto molti di loro sputare su di te,
maledirti e anche rinnegarti ».
                                
                                   "Meglio ancora, mi ameranno di più"               (Mt 24, 10-13)

"Tu non puoi volere quella gente! "

                                   "Quanto?"  chiese Gesù di nuovo.

Satana lo guardò sorridendo
"Tutte le tue lacrime e tutto il tuo sangue,
Tutto il dolore di tutto il mondo intero, tutto assieme "                       (
Isaia 53 :4-10)
  
                            Gesù disse ... "SIA FATTO"  ed Egli pagò il prezzo      (2 Cor 5, 21)





Ringrazio il fratello Cyrille per avermi postato questa mail

giovedì 16 febbraio 2012

Dieci cose che Dio non vorrà sapere




Dio non vorrà sapere che genere di automobili hai avuto;


ti chiederà se ci hai accompagnato dei bisognosi.








Dio non vorrà sapere il numero di metri quadri della tua casa;



ti chiederà quante persone vi hai accolte.







Dio non vorrà sapere che tipo di abiti hai indossato;


ti chiederà se hai contribuito a vestire esseri umani.






Dio non vorrà sapere quanto lunghi e belli siano stati i tuoi viaggi;



ti chiederà se ti sei fermato a donare una carezza a chi era ai bordi della tua strada. 


Dio non vorrà sapere quanto alto fosse il tuo stipendio;





ti chiederà se per ottenerlo hai distolto attenzione e premura a chi ti vuole bene.








Dio non vorrà sapere quale fosse il tuo titolo di studio;




ti chiederà se hai svolto il tuo lavoro al meglio delle tue capacità.






Dio non vorrà sapere quanti amici hai avuto;



ti chiederà se ti sei dimostrato un vero amico.









Dio non vorrà sapere in quale quartiere hai abitato;



ti chiederà se hai avuto cura dei tuoi vicini.








Dio non vorrà sapere quale fosse il colore della tua pelle;



ti chiederà cosa era nascosto nel tuo cuore.








Dio non vorrà sapere perché hai impiegato così tanto tempo per avvicinarti a Lui;
ti porgerà la mano e ti accompagnerà amorevolmente verso le porte del Paradiso.




Dio ti benedica