sabato 11 maggio 2013

agape e phileo


 Nel Nuovo Testamento vi sono vari termini per indicare l’amore, ma i più comuni sono agape e phileo.
Phileo indica l’affetto che si prova fra amici ed in genere è condizionato nel senso che dice: “ Tu gratti la schiena a me ed io gratto la schiena a te”; che vale a dire: “ Tu mi tratti gentilmente ed io faccio altrettanto con te”.
Dall’altro lato agape è l’amore che Dio sparge nel cuore dei suoi figlioli. E’ lo stesso amore che Gesù ci offre liberamente, senza condizioni. Non è basato su qualche azione che dobbiamo compiere, né è un contraccambio. E’ un amore che si continua a dare anche quando viene rifiutato.
Senza Dio non possiamo amare di un amore egoista, solo quello cioè che non può essere offerto se non corrisposto. Agape viceversa indica l’amore che non si preoccupa della risposta.

Noi costruiamo mura intorno a noi stessi quando veniamo offesi per proteggere il nostro cuore e prevenire qualsiasi ferita futura. Diventiamo selettivi, impediamo l’entrata a tutti quelli che pensiamo potrebbero ferirci. Teniamo lontani tutti coloro che crediamo ci debbano qualcosa. Non li lasciamo entrare finchè non abbiano pagato interamente il loro debito. Apriamo il nostro cuore solo a coloro che riteniamo siano dalla nostra parte.

Come abbiamo visto prima le persone offese costruiscono delle mura di protezione. La nostra preoccupazione diventa proteggere noi stessi. Dobbiamo essere protetti e salvaguardati ad ogni costo. Questo ci rende capaci di tradire. E quando commettiamo u tradimento, in realtà cerchiamo di proteggere noi stessi a danno di qualcun altro, in genere qualcuno con il quale siamo in relazione.
Così un tradimento nel regno di Dio avviene quando un credente cerca il suo proprio vantaggio a spese di un altro credente. Più stretta è la relazione, più penoso è il tradimento.
Tradire qualcuno è l’estrema forma di rottura di un patto.
Quando avviene un tradimento il rapporto d’amicizia non può essere ristabilito senza un pentimento genuino. Il tradimento provoca l’odio con serie conseguenze. La bibbia afferma che chi odia suo fratello è assassino e che nessun omicida ha la vita eterna in se stesso. (1Giov.3:15)

Oggi la gente non si impegna neppure per un quarto di quanto dice. Perciò facciamo tanta fatica per sapere quando possiamo credere sulla parola di  una persona.
Gesù quando parla vuole che noi lo ascoltiamo e riceviamo seriamente. Non possiamo prendere le sue parole nelle stesso modo in cui prendiamo le parole delle autorità di  questo mondo.
Quando Gesù dice qualcosa, vuole significare proprio quella cosa. Egli è fedele anche quando noi siamo infedeli. Gesù cammina ad un livello di verità e di sincerità che trascende la nostra cultura e la nostra società.

Perciò quando Gesù dice: “ Se voi non perdonate, neppure il Padre vostro che è nei cieli perdonerà le vostre colpe”, vuol significare proprio quel che ha detto. Nel “Padre nostro” leggiamo: “ Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori”.
Mi domando quanti sono i credenti che desiderano veramente che Dio li perdoni nella stessa misura in cui essi hanno perdonato coloro che li hanno offesi. Eppure questo è esattamente il metro con cui saranno perdonati. Poichè il rifiuto del perdono è così diffuso nelle nostre chiese, non vogliamo prendere sul serio queste parole di Gesù. Diffuso o no, la verità non cambia. Il modo in cui noi perdoniamo e rassicuriamo un'altra persona, è lo stesso con il quale noi saremo perdonati.


“ Soprattutto abbiate amore intenso gli uni verso gli altri, perché l’amore copre una gran quantità di peccati!. (1Pietro 4:8)
E’ facile amare coloro che a nostro giudizio non fanno nulla di male.
Quello è l’amore della luna di miele.
E’ completamente diverso amare qualcuno quando ne vediamo i difetti, specialmente se siamo noi stessi vittime dei suoi errori.
                                                                                                                                                                                    
  tratto da “L’esca di  satana” di John Bevere

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